Il presente sito intende proporre - come già accaduto negli anni passati - le varie fasi organizzative ed operative inerenti la spedizione speleosubacquea denominata "Timavo System Exploratione 2023", che prevede una serie di esplorazioni rivolte al corso sotterraneo del fiume Timavo (Carso Triestino). Le immersioni saranno effettuate dall’equipe appartenente al National Cave Diving Commette della FFESSM, mentre l'appoggio logistico sarà garantito dalla Società Adriatica di Speleologia di Trieste.

Vedi anche:

TSE2013 ,TSE2014 ,TSE2015 ,TSE2016 ,TSE2018 ,TSE2021 ,TSE2022 .

Intestazione

Intestazione

venerdì 11 agosto 2023

Se la natura dice no...


Non è certo andata come ci aspettavamo... ed è un po' triste constatare che:

a causa delle condizioni avverse riscontrate nell'abisso di Trebiciano, la programmata avventura del TIMAVO SYSTEM EXPLORATION 2023 viene sospesa e rimandata all'anno prossimo.

Nonostante la delusione, possiamo affermare che la macchina organizzativa ha funzionato al meglio. I continui monitoraggi delle condizioni del fiume, la comunicazione in tempo reale tramite WiFi con il fondo dell'Abisso di Trebiciano e i ripetuti contatti con la squadra degli speleosub francesi hanno permesso di giungere ad una considerazione chiara e definitiva: le immersioni, in queste condizioni, sarebbero risultate troppo pericolose.

Il livello del fiume è una decina di metri più alto rispetto agli anni passati e la corrente è molto forte. Per finire la visibilità è scarsissima, forse la peggiore mai riscontrata durante le esplorazioni precedentemente svolte. Tutto questo crea una situazione che si può così riassumere: aumento spropositato del rischio con scarse possibilità di concrete novità esplorative.

Come ha affermato Marc Douchet, coordinatore della squadra francese, "Il sifone di entrata difficilmente può dare risultati senza visibilità. Nel sifone di uscita, la progressione con forte corrente e senza visibilità è estremamente pericolosa. Riteniamo che l'investimento umano e finanziario sia sproporzionato rispetto ai potenziali risultati".

Qualche volta, il miglior risultato è semplicemente saper rinunciare.



lunedì 7 agosto 2023

Partenza in salita

Le immersioni del 2022 sono state caratterizzate da condizioni ambientali ideali: portata del Timavo ottima, livello dell'acqua adeguato e visibilità più che soddisfacente.

Partendo dai notevoli successi raggiunti lo scorso anno, anche nel 2023 si pensava di operare nelle medesime condizioni, puntando a due importanti obiettivi: la topografia di precisione del sifone di ingresso e l'avanzata nel sifone di uscita, più precisamente nel S2 a valle della caverna Maucci. Ma non sempre le cose vanno nel verso giusto...

Il clima cambia, le manifestazioni metereologiche si presentano sempre più con eventi estremi e anche il nostro Carso non si sottrae a queste improvvise e spesso disastrose variazioni ambientali.

A circa una settimana dall'arrivo degli speleosub, una serie di perturbazioni ha portato ad una piena del Timavo sotterraneo, con l'innalzamento del livello di circa 40 m, forti correnti ed elevata torbidità dell'acqua. Già l'acqua del Timavo non ha mai brillato per la sua trasparenza, quindi, in condizioni critiche, la visibilità potrebbe scendere veramente "a zero".

Abbiamo avvertito della situazione gli amici francesi e stiamo monitorando giornalmente il Timavo sotterraneo. La settimana a cavallo di Ferragosto dovrebbe presentare tempo abbastanza buono, ma non si sa mai. Come non è ancora chiaro il comportamento che avrà il fiume e come questo smaltirà - e in che tempi - la recente piena. 



sabato 5 agosto 2023

Movimenti in caverna Lindner

Chi conosce già la caverna Lindner, posta alla base dei pozzi d'accesso all'Abisso di Trebiciano, sa di che cosa stiamo parlando. Si tratta di un ampio vano, interessato da enormi accumuli di rocce e sabbia, che porta ai due sifoni (upstream e downstream) del fiume Timavo sotterraneo.

Probabilmente dal momento della sua scoperta, l'aspetto della caverna è stato sempre più o meno lo stesso, solo con qualche piccolo spostamento degli accumuli di sabbia presenti vicino all'acqua del fiume. Ma qualcosa sta cambiando.

Probabilmente negli ultimi vent'anni le precipitazioni si sono presentate più intense, o forse si è passati repentinamente da momenti di magra a travolgenti fasi di piena, e queste condizioni hanno influito anche sulla morfologia della grande caverna.

Una quindicina di anni fa è stata rilevata una grande frana nell'accumulo sabbioso che forma lo scivolo sud-ovest della caverna, movimento non presente al momento del nuovo rilievo risalente a 1990. In questi giorni abbiamo trovato anche uno spostamento di sabbia  alla base della collina che scende al fiume, con il movimento e l'asporto di innumerevoli metri cubi di deposito. Per completare il discorso bisogna segnalare come, circa cinque anni fa, si è dovuto scavare per liberare l'ultima scala della ferrata Adriatica, che risultava sepolta per quasi due metri. E attenzione, in questo caso si parla di un punto la cui quota è maggiore di quasi sessanta metri rispetto al livello medio del fiume.

I disastri che avvengono in superficie a causa di eventi metereologici estremi sono sotto gli occhi di tutti, ma forse qualcosa sta succedendo anche nel sottosuolo. Si tratta di un campo di ricerca che risulterà sempre più importante nel futuro e, per quanto possibile, anche la Stazione Sperimentale Ipogea dell'Abisso di Trebiciano farà la sua parte, con monitoraggi e osservazioni continue. 

Frana di sabbia sullo scivolo sud-ovest (Foto A. Maizan)


Frana di sabbia lungo la discesa verso il fiume (Foto S. Masè)



venerdì 4 agosto 2023

I rilievi 2022

Per completare al meglio il panorama che si presenta prima di avviare il TSE23, riproponiamo nuovamente il rilievo aggiornato dell'Abisso di Trebiciano. 

Chissà se anche quest'anno sarà necessario aggiornare le planimetria con ulteriori tratti di nuova cavità appena esplorati...





giovedì 3 agosto 2023

PROGRAMMA 2023

 Ultimi aggiornamenti operativi. La squadra francese di speleosub arriverà a Trieste tra venerdì 11 e sabato 12 agosto, e i primi sacchi di materiale scenderanno nell’Abisso di Trebiciano già nella giornata di sabato.

Le immersioni prenderanno il via domenica.

La spedizione si concluderà il giorno 19 e le operazioni di recupero materiali (stimati complessivamente 40 sacchi) inizieranno il 18 per concludersi il giorno dopo.

Gli obbiettivi di quest’anno sono il sifone di uscita (downstream) e quello che è stato chiamato S2, ovvero il sifone intravisto nel 2022 che dalla caverna Maucci dovrebbe portare in direzione della grotta Luftloch. Contemporaneamente si lavorerà anche sulla definizione di un rilievo di precisione del sifone di ingresso (upstream).

I traguardi sono fissati, le aspettative sono alte, quindi non rimane che lavorare sodo per giungere anche nel 2023 a dei risultati eccezionali.




mercoledì 2 agosto 2023


 

venerdì 30 giugno 2023

Da dove ricominciamo...

Il Timavo System Exploration 2023 prende avvio dal punto in cui si sono conclusi i lavori del TSE 2022. L'anno scorso, dopo sei anni di immersioni e decine di ore di esplorazioni subacquee avvolti dalle torbide acque del Timavo sotterraneo, finalmente si è scoperto un grande vano, a cui è stato dato il nome di "caverna Maucci".  

E' da questo importante successo che si parte quest'anno, alla ricerca di nuovi percorsi sia a monte che a valle del corso ipogeo del fiume.

Per fissare esattamente la situazione, abbiamo ritenuto opportuno riportare di seguito una breve relazione, scritta a caldo dal presidente della SAS Marco Restaino, che ben rappresenta lo spirito con cui sono stati accolti i grandi risultati del 2022:

Eccoci qua.

Questi giorni tra la logistica e trasporto materiale dei sub, ed elaborazione di quanto successo... e sistemazione dei dati... beh... sono stato piuttosto preso! Di articoli ne avrete letti, e le fotografie che girano le trovate tutte sulla pagina della Società Adriatica di Speleologia... 

Qui vi racconterò come sono andate le cose, e i dettagli della scoperta.

Nel 1993 gli speleosub francesi durante il programma di ricerca "Timavo Project" scesero anche a Trebiciano, dove immergendosi nel lago di entrata delle acque, il lago Timeus, superarono il sifone verso il lago Boegan. Qui trovarono un passaggio verso sud, lo percorsero per un centinaio di metri e tornarono indietro. Non stesero un rilievo, quindi le uniche informazioni a nostra disposizione, erano che ci doveva essere una galleria direzione sud, che continuava.

Nel 2012 cercammo di contattare i francesi che 20 anni prima avevano esplorato questa diramazione, per avere qualche informazione in più. Piero Luchesi della SAS, mandò una mail, che attese una risposta per ben più di sei mesi. I francesi non avevano materiale da darci, ma risposero con una proposta. Rincominciare a esplorare!

Così nasce il "Timavo System Exploration". Dal 2013 quasi ogni anno sono tornati, ed è nata una bellissima collaborazione e molte nuove amicizie. Per molte edizioni oltre alla grotta di Trebiciano si sono immersi anche al pozzo dei Colombi presso le risorgive del Timavo, con cui il fiume sotterraneo comunica direttamente. Ai Colombi la profondità per proseguire le esplorazioni raggiunge i meno 80 metri sotto acqua, quindi immersioni molto delicate e rischiose e, in queste situazioni, trovare ogni anno 50 metri nuovi, a livello speleologico richiede enormi sforzi e magre possibilità di fare importanti scoperte. Così da alcuni anni le energie si sono concentrate nella grotta di Trebiciano.

Certamente il trasporto dei materiali richiede un grandissimo impegno per gli speleologi, dovendo portare il materiale a 330 metri sotto la superficie. Per fortuna le scalette metalliche agevolano di molto, ma i sacchi di bombole comunque pesano molto e sono sempre tantissimi. A Trebiciano le acque sono quasi sempre torbide e la visibilità ridotta a poco più di un metro ma, nonostante le difficoltà, le possibilità di fare importanti scoperte, sono congrue. Infatti, anno dopo anno, lo sviluppo delle gallerie verso monte aumenta arrivando a oggi a circa 600 metri, trovando anche alcuni laghi a pelo libero, cioè dove è possibile riemergere. L'attenzione maggiore l'ha riservata però il sifone o lago di uscita del fiume, nella grande caverna. Qui, prima del 2016, in molti avevano cercato la prosecuzione ma - sicuramente a causa della torbidità - nessuno aveva mai trovato il giusto passaggio. Su nostra insistenza finalmente un sub, Michel, s’immerge e subito trova la prosecuzione. Noi sappiamo bene che oltre quel sifone c'è un'altra grande caverna. Quella grande caverna che si trova 300 metri sotto la “dolina Reka”, e che fa rombare e tremare il fondo di quella piccola depressione durante le grandi piene del Fiume. Dalle fessure e tra le pietre della dolina, difatti, fuoriescono soffi che si fanno sentire da decine e decine di metri di distanza. La dinamica è semplice: le grandi caverne percorse dal Fiume, quando il Reka-Timavo s’ingrossa durante le piene, si allagano. Allagandosi, l'acqua con l'aumentare del livello spinge l'aria delle caverne verso la superficie. Così si crea il fenomeno delle “doline soffianti”, che nascondono sotto di esse enormi mondi ancora da svelare.

Dal 2016 a oggi i sub arrivano sino a 50 metri di profondità nel sifone, che poi prosegue con una galleria in risalita, sino a quota zero. Il sifone è "forzato", superato, ma lì da qualche parte deve esserci il passaggio per raggiungere la caverna sotto dolina Reka.

Il 2022 parte alla grande. La visibilità per la prima volta è buona e, già dalla prima immersione, si fanno dei passi in avanti. Anche le sagole degli anni precedenti sono intatte. L'assenza di forti piene le ha preservate e non servono giorni per ricostruire la strada. Martedì 16 agosto, scendo io ad accompagnare e fare assistenza ai sub. Stranamente martedì, rispetto agli altri giorni, siamo in pochi. Da onnipresente “jolly” della situazione in quella settimana, oltre a coordinare le squadre per il trasporto materiali, mi prendo una bella bombola e scendo anch'io. Un giovane nuovo sub alterna Michel nelle immersioni: Patrice Cabanel.

Non lo vedo immergersi perché nel frattempo sono al sifone di entrata a seguire gli altri sub. Ma non appena spariscono nelle buie acque, mi trasferisco in sifone uscita. Mi siedo e aspetto. Con me Dennis Dugulin e Andrea Miglia, si parla del più e del meno, il giorno prima le immersioni hanno dato buoni risultati. C'è speranza. Un proteo e alcuni pesciolini nuotano. Inizio a raccontare qualcosa sulla storia del posto a due ospiti speleo, ma un "blop" mi blocca. Una bolla d'aria ha raggiunto la superficie, a nostre luci spente, un lontano chiarore si fa strada dal fondo del lago. Passano i minuti. Nessuno parla. La luce si avvicina.

Come per un allunaggio al contrario, il sub rompe il silenzio al contatto con la superficie dell'acqua. Sì avvicina alla riva del lago, tira via il boccaglio. Non conosco le lingue, ma davanti a me dice una frase che capisco subito al volo. E dentro di me penso: È FATTA! "La salle se trouve". Queste parole possono significare solo una cosa. La caverna sotto la dolina Reka è stata finalmente raggiunta! Situazione più unica che rara, visto che l'ambiente è stato raggiunto non inseguendo l'aria e scavando anni aprendosi la via dalla superficie creando una nuova grotta, ma seguendo le acque del Fiume.

Lo speleosub Patrice Cabanel dopo un tortuoso percorso tra stanzette a pelo libero e piccole campane di aria, trova un passaggio più profondo rispetto alla quota di ricerca. Scende a un livello più basso e prosegue in quella che scopre essere la condotta principale. Direzione nord-nord ovest, tutto secondo i piani previsti... Anche in questo caso, la galleria risale, e risale e risale ancora. Grandi massi si fanno sempre più fitti sul fondo della galleria sommersa. Massi di crollo... buon presagio di ambienti aerei prossimi. Nuovamente a quota "zero" e si riemerge... che sia l'ennesima campana d'aria?

Le dimensioni sono più ampie. Una sorta di lago, una galleria allagata, larga 10-15 metri e lunga diverse decine di metri. Trovando questo ambiente più ampio rispetto ai precedenti, almeno si potrà dire che il sifone di uscita della grotta è stato forzato, superato. Si percorre il perimetro della nuova sala. Dalla parte opposta di emersione, sembra ci sia qualcosa.

Ci sono dei momenti in cui il tempo si congela. Sì entra in uno stato di vigile incoscienza, in cui si è capito già tutto, senza sapere cosa stia succedendo. È il momento più bello. È il momento.

Soli con se stessi, ma con il cuore pieno della speranza di tutti, di tutti i compagni di squadra, di tutti quelli che attendono al di là del sifone. Sì è soli, ma è il momento di tutti. Ci si avvicina con reverenza, i movimenti sono lenti. Un piccolo passaggio nero a pelo dell'acqua. Quanto basta per far passare la testa, facendo restare il corpo in immersione. Oltre… l'infinito.

"OOOOOOHHH!!!..." E dal buio la risposta giusta... "oooooooooohhhhhh oooohhh"

La natura risponde all'urlo dell'uomo. Man mano che si avanza nel grande lago oltre il piccolo passaggio, l'eco si mescola allo scroscio dell'acqua che riempie il silenzio della nuova caverna. Per oggi va bene così. Anzi, non bene; enormemente bene, enorme come quello che si è appena scoperto.

La cosa più bella dopo la scoperta, è tornare indietro a dare la notizia. Se si fa la scoperta del secolo, ma non si ha nessuno con cui gioire, manca qualcosa. Siamo animali sociali, dobbiamo condividere. La cosa che supera la gioia della scoperta, è condividere la scoperta. Cosa avrà pensato Patrice nel tornare indietro, nel percorso tra la nuova caverna e tornare tra noi... Duecentocinquanta metri di felicità, pensieri e sagole. La sala è trovata. Un'enorme sala. Sorrisi e sguardi, abbracci, voci strozzate e occhi lucidi. Sì va a dare la notizia agli altri sub, in sifone di entrata. Siamo tutti lì, davanti al lago Timeus, dove nel 1953, Walter Maucci, fu precursore della speleologia subacquea. Nello stesso istante, nello stesso luogo, sono palpabili passato e presente, uniti da un filo di Arianna lungo 70 anni. Colpo di scena, anche i sub in esplorazione al sifone di entrata hanno trovato una prosecuzione, esplorata nei giorni per più di un centinaio di metri, scoprendo anche qui una nuova sala.

Bene, ci si prepara a risalire. Non vedo l'ora di dare la notizia, di persona, al mondo esterno! Sì... così speravo! Invece una seconda squadra è pronta a tornare in acqua. Ecco, ora so come si è sentito Patrice nella strada del ritorno dalla caverna a noi. Un turbinio di emozioni, frenate dall'impossibilità di bruciare i tempi e urlare subito al mondo che è finita... un ciclo si è chiuso. E che uno nuovo, si apre.

Prima di iniziare la risalita, abbiamo aspettato ancora quasi due ore. Quando tutti i sub sono fuori dall'acqua, ci carichiamo dei sacchi con le bombole da riempire, e in un'altra ora siamo alla luce del sole. In botola ci aspetta Paolo Guglia, che ogni giorno attende le notizie, fa la conta e segna i nominativi delle persone, e resta in collegamento con il telefono che dall'esterno arriva sul fondo, anche per questione di sicurezza. Attentamente trascrive ogni dettaglio di quanto relazionano i sub, ed elabora assieme a loro, la stesura dei rilievi. Lui sapeva già della scoperta, e anche altri l'avevano intuito.

In caverna Lindner è stato installato quello che presumibilmente è il più profondo Wifi al mondo in grotta, e sui vari gruppi WhatsApp non ho per inciso detto nulla, ma le centinaia di pupazzetti inviati, la dicevano già lunga. Due giorni dopo le esplorazioni della caverna, elaborando i dati, abbiamo definito queste misure: 160 metri in lunghezza, 50 di larghezza e 60 di altezza. La nuova caverna per ora cela il passaggio verso la grotta Luftloch, con un altro nuovo lago.

Questa la prossima frontiera. Un esercizio mentale, fino a pochi giorni fa, di pura fantasia, cioè un complesso con due ingressi (Trebiciano e Luftloch) e un chilometro di fiume esplorato in subacquea che le collega, con la caverna appena scoperta a metà strada, potrebbe rivelarsi una realtà molto vicina. Alla cena di conclusione, ho proposto un brindisi che voglio condividere con tutti voi. "Un brindisi a chi attraverso l'acqua cerca i vuoti, e a chi attraverso i vuoti cerca l'acqua. Ai percorsi che trovano un punto d'incontro nell'esplorazione e nelle amicizie" 


Foto P. Cabanel

Da questo punto si riparte nel 2023.  L'augurio per un altro ottimo risultato vada ai sub impegnati nelle immersioni, ma anche ai tanti "portatori" che movimentano decine di sacchi di materiali permettendo così le immersioni. Un augurio a chi organizza la logistica, a chi prepara cibo e bevande, a chi aspetta all'esterno e vorrebbe tanto essere là sotto ma non ce la fà più...

La nuova caverna è stata dedicata a Walter Maucci, ma ha anche un soprannome cui siamo molto legati: gli speleosub l'anno chiamata anche "la caverna dei mille scherpa". Ovviamente hanno partecipato negli anni al progetto qualche centinaia di speleologi, magari non mille, ma il fatto che sia stato riconosciuto il fondamentale contributo di chi si è sacrificato nel trasporto dei materiali per permettere di raggiungere il risultato finale non è di secondaria importanza. E' questo lo spirito che caratterizza la squadra di lavoro ed è con questo spirito che siamo pronti anche a questo TSE 2023.