Il Timavo System Exploration 2023 prende avvio dal punto in cui si sono conclusi i lavori del TSE 2022. L'anno scorso, dopo sei anni di immersioni e decine di ore di esplorazioni subacquee avvolti dalle torbide acque del Timavo sotterraneo, finalmente si è scoperto un grande vano, a cui è stato dato il nome di "caverna Maucci".
E' da questo importante successo che si parte quest'anno, alla ricerca di nuovi percorsi sia a monte che a valle del corso ipogeo del fiume.
Per fissare esattamente la situazione, abbiamo ritenuto opportuno riportare di seguito una breve relazione, scritta a caldo dal presidente della SAS Marco Restaino, che ben rappresenta lo spirito con cui sono stati accolti i grandi risultati del 2022:
Eccoci
qua.
Questi
giorni tra la logistica e trasporto materiale dei sub, ed elaborazione di
quanto successo... e sistemazione dei dati... beh... sono stato piuttosto
preso! Di
articoli ne avrete letti, e le fotografie che girano le trovate tutte sulla
pagina della Società Adriatica di Speleologia...
Qui
vi racconterò come sono andate le cose, e i dettagli della scoperta.
Nel
1993 gli speleosub francesi durante il programma di ricerca "Timavo
Project" scesero anche a Trebiciano, dove immergendosi nel lago di entrata
delle acque, il lago Timeus, superarono il sifone verso il lago Boegan. Qui
trovarono un passaggio verso sud, lo percorsero per un centinaio di metri e
tornarono indietro. Non
stesero un rilievo, quindi le uniche informazioni a nostra disposizione, erano
che ci doveva essere una galleria direzione sud, che continuava.
Nel
2012 cercammo di contattare i francesi che 20 anni prima avevano esplorato
questa diramazione, per avere qualche informazione in più. Piero
Luchesi della SAS, mandò una mail, che attese una risposta per ben più di sei
mesi. I
francesi non avevano materiale da darci, ma risposero con una proposta. Rincominciare
a esplorare!
Così
nasce il "Timavo System Exploration". Dal
2013 quasi ogni anno sono tornati, ed è nata una bellissima collaborazione e
molte nuove amicizie. Per
molte edizioni oltre alla grotta di Trebiciano si sono immersi anche al pozzo
dei Colombi presso le risorgive del Timavo, con cui il fiume sotterraneo comunica
direttamente. Ai
Colombi la profondità per proseguire le esplorazioni raggiunge i meno 80 metri
sotto acqua, quindi immersioni molto delicate e rischiose e, in queste
situazioni, trovare ogni anno 50 metri nuovi, a livello speleologico richiede
enormi sforzi e magre possibilità di fare importanti scoperte. Così
da alcuni anni le energie si sono concentrate nella grotta di Trebiciano.
Certamente
il trasporto dei materiali richiede un grandissimo impegno per gli speleologi,
dovendo portare il materiale a 330 metri sotto la superficie. Per
fortuna le scalette metalliche agevolano di molto, ma i sacchi di bombole
comunque pesano molto e sono sempre tantissimi. A
Trebiciano le acque sono quasi sempre torbide e la visibilità ridotta a poco
più di un metro ma, nonostante le difficoltà, le possibilità di fare importanti
scoperte, sono congrue. Infatti,
anno dopo anno, lo sviluppo delle gallerie verso monte aumenta arrivando a oggi
a circa 600 metri, trovando anche alcuni laghi a pelo libero, cioè dove è
possibile riemergere. L'attenzione
maggiore l'ha riservata però il sifone o lago di uscita del fiume, nella grande
caverna. Qui,
prima del 2016, in molti avevano cercato la prosecuzione ma - sicuramente a
causa della torbidità - nessuno aveva mai trovato il giusto passaggio. Su
nostra insistenza finalmente un sub, Michel, s’immerge e subito trova la
prosecuzione. Noi
sappiamo bene che oltre quel sifone c'è un'altra grande caverna. Quella
grande caverna che si trova 300 metri sotto la “dolina Reka”, e che fa rombare
e tremare il fondo di quella piccola depressione durante le grandi piene del
Fiume. Dalle
fessure e tra le pietre della dolina, difatti, fuoriescono soffi che si fanno
sentire da decine e decine di metri di distanza. La
dinamica è semplice: le grandi caverne percorse dal Fiume, quando il Reka-Timavo
s’ingrossa durante le piene, si allagano. Allagandosi,
l'acqua con l'aumentare del livello spinge l'aria delle caverne verso la
superficie. Così
si crea il fenomeno delle “doline soffianti”, che nascondono sotto di esse
enormi mondi ancora da svelare.
Dal
2016 a oggi i sub arrivano sino a 50 metri di profondità nel sifone, che poi
prosegue con una galleria in risalita, sino a quota zero. Il
sifone è "forzato", superato, ma lì da qualche parte deve esserci il
passaggio per raggiungere la caverna sotto dolina Reka.
Il
2022 parte alla grande. La
visibilità per la prima volta è buona e, già dalla prima immersione, si fanno
dei passi in avanti. Anche
le sagole degli anni precedenti sono intatte. L'assenza
di forti piene le ha preservate e non servono giorni per ricostruire la strada. Martedì
16 agosto, scendo io ad accompagnare e fare assistenza ai sub. Stranamente
martedì, rispetto agli altri giorni, siamo in pochi. Da
onnipresente “jolly” della situazione in quella settimana, oltre a coordinare
le squadre per il trasporto materiali, mi prendo una bella bombola e scendo
anch'io. Un
giovane nuovo sub alterna Michel nelle immersioni: Patrice Cabanel.
Non
lo vedo immergersi perché nel frattempo sono al sifone di entrata a seguire gli
altri sub. Ma non appena spariscono nelle buie acque, mi trasferisco in sifone
uscita. Mi
siedo e aspetto. Con
me Dennis Dugulin e Andrea Miglia, si parla del più e del meno, il giorno prima
le immersioni hanno dato buoni risultati. C'è
speranza. Un
proteo e alcuni pesciolini nuotano. Inizio
a raccontare qualcosa sulla storia del posto a due ospiti speleo, ma un
"blop" mi blocca. Una
bolla d'aria ha raggiunto la superficie, a nostre luci spente, un lontano
chiarore si fa strada dal fondo del lago. Passano
i minuti. Nessuno
parla. La
luce si avvicina.
Come
per un allunaggio al contrario, il sub rompe il silenzio al contatto con la
superficie dell'acqua. Sì
avvicina alla riva del lago, tira via il boccaglio. Non
conosco le lingue, ma davanti a me dice una frase che capisco subito al volo. E
dentro di me penso: È FATTA! "La salle
se trouve". Queste
parole possono significare solo una cosa. La
caverna sotto la dolina Reka è stata finalmente raggiunta! Situazione
più unica che rara, visto che l'ambiente è stato raggiunto non inseguendo
l'aria e scavando anni aprendosi la via dalla superficie creando una nuova
grotta, ma seguendo le acque del Fiume.
Lo
speleosub Patrice Cabanel dopo un tortuoso percorso tra stanzette a pelo libero
e piccole campane di aria, trova un passaggio più profondo rispetto alla quota
di ricerca. Scende
a un livello più basso e prosegue in quella che scopre essere la condotta principale. Direzione
nord-nord ovest, tutto secondo i piani previsti... Anche
in questo caso, la galleria risale, e risale e risale ancora. Grandi
massi si fanno sempre più fitti sul fondo della galleria sommersa. Massi
di crollo... buon presagio di ambienti aerei prossimi. Nuovamente
a quota "zero" e si riemerge... che sia l'ennesima campana d'aria?
Le
dimensioni sono più ampie. Una
sorta di lago, una galleria allagata, larga 10-15 metri e lunga diverse decine
di metri. Trovando
questo ambiente più ampio rispetto ai precedenti, almeno si potrà dire che il
sifone di uscita della grotta è stato forzato, superato. Si
percorre il perimetro della nuova sala. Dalla
parte opposta di emersione, sembra ci sia qualcosa.
Ci
sono dei momenti in cui il tempo si congela. Sì
entra in uno stato di vigile incoscienza, in cui si è capito già tutto, senza
sapere cosa stia succedendo. È
il momento più bello. È
il momento.
Soli
con se stessi, ma con il cuore pieno della speranza di tutti, di tutti i
compagni di squadra, di tutti quelli che attendono al di là del sifone. Sì
è soli, ma è il momento di tutti. Ci
si avvicina con reverenza, i movimenti sono lenti. Un
piccolo passaggio nero a pelo dell'acqua. Quanto
basta per far passare la testa, facendo restare il corpo in immersione. Oltre…
l'infinito.
"OOOOOOHHH!!!..." E
dal buio la risposta giusta... "oooooooooohhhhhh
oooohhh"
La
natura risponde all'urlo dell'uomo. Man
mano che si avanza nel grande lago oltre il piccolo passaggio, l'eco si mescola
allo scroscio dell'acqua che riempie il silenzio della nuova caverna. Per
oggi va bene così. Anzi,
non bene; enormemente bene, enorme come quello che si è appena scoperto.
La
cosa più bella dopo la scoperta, è tornare indietro a dare la notizia. Se
si fa la scoperta del secolo, ma non si ha nessuno con cui gioire, manca
qualcosa. Siamo
animali sociali, dobbiamo condividere. La
cosa che supera la gioia della scoperta, è condividere la scoperta. Cosa
avrà pensato Patrice nel tornare indietro, nel percorso tra la nuova caverna e
tornare tra noi... Duecentocinquanta
metri di felicità, pensieri e sagole. La
sala è trovata. Un'enorme
sala. Sorrisi
e sguardi, abbracci, voci strozzate e occhi lucidi. Sì
va a dare la notizia agli altri sub, in sifone di entrata. Siamo
tutti lì, davanti al lago Timeus, dove nel 1953, Walter Maucci, fu precursore
della speleologia subacquea. Nello
stesso istante, nello stesso luogo, sono palpabili passato e presente, uniti da
un filo di Arianna lungo 70 anni. Colpo
di scena, anche i sub in esplorazione al sifone di entrata hanno trovato una
prosecuzione, esplorata nei giorni per più di un centinaio di metri, scoprendo
anche qui una nuova sala.
Bene,
ci si prepara a risalire. Non
vedo l'ora di dare la notizia, di persona, al mondo esterno! Sì...
così speravo! Invece
una seconda squadra è pronta a tornare in acqua. Ecco,
ora so come si è sentito Patrice nella strada del ritorno dalla caverna a noi. Un
turbinio di emozioni, frenate dall'impossibilità di bruciare i tempi e urlare
subito al mondo che è finita... un ciclo si è chiuso. E
che uno nuovo, si apre.
Prima
di iniziare la risalita, abbiamo aspettato ancora quasi due ore. Quando
tutti i sub sono fuori dall'acqua, ci carichiamo dei sacchi con le bombole da
riempire, e in un'altra ora siamo alla luce del sole. In
botola ci aspetta Paolo Guglia, che ogni giorno attende le notizie, fa la conta
e segna i nominativi delle persone, e resta in collegamento con il telefono che
dall'esterno arriva sul fondo, anche per questione di sicurezza. Attentamente
trascrive ogni dettaglio di quanto relazionano i sub, ed elabora assieme a
loro, la stesura dei rilievi. Lui
sapeva già della scoperta, e anche altri l'avevano intuito.
In
caverna Lindner è stato installato quello che presumibilmente è il più profondo
Wifi al mondo in grotta, e sui vari gruppi WhatsApp non ho per inciso detto
nulla, ma le centinaia di pupazzetti inviati, la dicevano già lunga. Due
giorni dopo le esplorazioni della caverna, elaborando i dati, abbiamo definito
queste misure: 160 metri in lunghezza, 50 di larghezza e 60 di altezza. La
nuova caverna per ora cela il passaggio verso la grotta Luftloch, con un altro
nuovo lago.
Questa
la prossima frontiera. Un
esercizio mentale, fino a pochi giorni fa, di pura fantasia, cioè un complesso
con due ingressi (Trebiciano e Luftloch) e un chilometro di fiume esplorato in
subacquea che le collega, con la caverna appena scoperta a metà strada,
potrebbe rivelarsi una realtà molto vicina. Alla
cena di conclusione, ho proposto un brindisi che voglio condividere con tutti
voi. "Un
brindisi a chi attraverso l'acqua cerca i vuoti, e a chi attraverso i vuoti
cerca l'acqua. Ai percorsi che trovano un punto d'incontro nell'esplorazione e
nelle amicizie"
Foto P. Cabanel
Da questo punto si riparte nel 2023. L'augurio per un altro ottimo risultato vada ai sub impegnati nelle immersioni, ma anche ai tanti "portatori" che movimentano decine di sacchi di materiali permettendo così le immersioni. Un augurio a chi organizza la logistica, a chi prepara cibo e bevande, a chi aspetta all'esterno e vorrebbe tanto essere là sotto ma non ce la fà più...
La nuova caverna è stata dedicata a Walter Maucci, ma ha anche un soprannome cui siamo molto legati: gli speleosub l'anno chiamata anche "la caverna dei mille scherpa". Ovviamente hanno partecipato negli anni al progetto qualche centinaia di speleologi, magari non mille, ma il fatto che sia stato riconosciuto il fondamentale contributo di chi si è sacrificato nel trasporto dei materiali per permettere di raggiungere il risultato finale non è di secondaria importanza. E' questo lo spirito che caratterizza la squadra di lavoro ed è con questo spirito che siamo pronti anche a questo TSE 2023.